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Alimentazione anticancro: cipolla e scalogno

Cipolla e scalogno sono equipaggiati con un formidabile arsenale di antiossidanti, in particolare polifenoli (flavonoidi e  vari tipi di quercetine), fino a 345 mg per kg di prodotto, che hanno lo scopo primario di proteggere la pianta dalle aggressioni di batteri, virus e funghi, ma che – secondariamente – conferiscono all’alimento che ne deriva delle spiccate proprietà anticancerogene (ad ampio spettro).

Ad esempio, usando un modestissimo trito, o della semplice spremuta dello stesso ortaggio su colture in vitro, si è osservato un blocco pressoché totale della crescita delle cellule cancerose del colon e del fegato. La regola empirica è più è pungente l’odore e più la cipolla fa piangere, maggiore è il suo potenziale anticancerogeno, ma la cipolla ha mostrato anche la capacità di contrastare lo sviluppo delle malattie cardiovascolari, dell’ulcera gastrica, dei sintomi associati al diabete mellito, e dei processi infiammatori legati all’asma e all’aggregazione piastrinica.

La cipolla (Allium cepa) e lo scalogno (Allium ascalonicum) sono parenti prossimi, dato che entrambi appartengono alla famiglia delle Liliaceae (secondo la classificazione classica di Cronquist), o delle Amaryllidaceae (secondo la classificazione Angiosperm Phylogeny Group III).

E’ stato osservato che gli antiossidanti si accumulano principalmente nella carta (il rivestimento scleroso della cipolla, colorato di giallo/arancio, rosso o bianco) e – soprattutto – nei primi due strati carnosi che si trovano immediatamente sotto la carta stessa; questo dato non deve sorprendere, visto che si tratta delle parti della pianta più a stretto contatto con il terreno, quindi in prima linea contro la possibile origine delle aggressioni per le quali la pianta ha sviluppato gli antiossidanti. Nel complesso, la cipolla gialla e lo scalogno contengono rispettivamente 11 e 6 volte più polifenoli della cipolla bianca, mentre le cipolle rosse sono ricchissime di antociani, quasi più dei mirtilli.

Per sfruttare al meglio il potenziale anticancerogeno della cipolla bisogna consumarla cruda, tagliata in pezzetti sottili (o comunque piccoli) e masticata a lungo; se proprio la si deve cuocere, si cerchi di tritarla finemente, ma si sappia che una gran parte degli antiossidanti verrà persa. Si preferiscano sempre le cipolle gialle o lo scalogno alle cipolle bianche, e si cerchi sempre di sbucciarle il meno possibile.

Incidentalmente, va rimarcato che la cipolla possiede anche una interessantissima attività androgenica in vivo, innalzando in modo significativo la spermatogenesi, e triplicando il livello di testosterone nei ratti maschi, e quindi prima di spendere soldi in farmaci, un uomo in crisi di identità dovrebbe provare a mangiare molta cipolla cruda tagliata in fette sottilissime o spremuta con l’apposito elettrodomestico.

di Michele Nichelatti
biostatistico

 

 

Fonti

Yang J, et al. Varietal differences in phenolic content and antioxidant and antiproliferative activities of onions. J Agric Food Chem. 2004;52:6787–6793.

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Galeone C, et al. Onion and garlic use and human cancer. Am J Clin Nutr 2006;84:1027-1032.

Lee J, Mitchell AE. Quercetin and isorhamnetin glycosides in onion (Allium cepa L.): varietal comparison, physical distribution, coproduct evaluation, and long-term storage stability. J. Agric Food Chem. 2011;59:857–863.

Khaki A et al. Evaluation of androgenic activity of allium cepa on spermatogenesis in the rat. Folia Morphol. 2009;68:45–51.

Immagine: http://it.wikipedia.org/wiki/File:Cipolle_di_Cannara.jpg

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